Body scan
Esiste una pratica di consapevolezza che consiste nello scannerizzare, senza alcun ausilio tecnologico, il proprio corpo.
In che senso?
Nel senso che durante questo esercizio, in una posizione statica, si dirige la propria attenzione alle diverse parti del corpo in modo progressivo e minuzioso. Dalla punta dei piedi alla sommità della testa.
Se la mente si distrae, dopo aver notato su cosa si è spostata, torniamo all’ascolto o all’osservazione del corpo. Non guardiamo fisicamente il corpo con i nostri occhi ma lo percepiamo. E il corpo alcune volte risponde, altre no.
Immaginate di essere sdraiati, con gli occhi chiusi. Una voce vi guida ad esplorare tutte le parti del vostro corpo, una dopo l'altra. Vi invita a notare quella specifica parte del corpo e a raccogliere quello che dice o non dice (tace? Urla di dolore? Si muove? Rumoreggia?).
Come pratica serve a ritornare al corpo, quando (e se) la mente divaga e si disperde. Serve ad aumentare la consapevolezza e l'ascolto del proprio corpo.
Serve per imparare ad ascoltarsi. Per tornare qui ed ora.
Come uno scanner che, dal basso verso l’alto, ci sonda e ci registra. Senza giudicare quello che trova, semplicemente scandagliando il fondale in cerca di qualcosa, o, meglio, in cerca di quello che c’è (o non c’è).
Piccolo aneddoto: durante la mia formazione sono stata più volte sconfitta da questo esercizio, addormentandomi come corpo morto cade. E l’obiettivo non è addormentarsi ovviamente, semmai il contrario.
Arrivavo fino al polpaccio (a dir tanto), poi nanna eterna.
Alcune volte mi sono risvegliata in tempo per sentire alcune parti del viso, una sola volta ho sentito la parola schiena e l’ho raccontato orgogliosa.
Di ciò che avveniva durante non ne sapevo nulla.
Mi ci è voluta una pratica assidua e qualche riposino tattico, per portare a termine questo esercizio.
È intrigante pensare a quanto difficile e comica è stata questa pratica, per me.
E a lezione, quella che russava sul pavimento non ero io, perché io, per rimanere sveglia, aprivo gli occhi a ripetizione per farmi accecare dai neon sul soffitto, consapevole che stavo comunque fallendo l’esercizio ma che almeno non mi ero addormentata rovinosamente e platealmente.
Ancora rido.
Comunque vi ho ingannati: non è questa la pratica di oggi.
Primo, perché è abbastanza lunga e impegnativa (e non è proficuo proporvi un simile viaggio).
Secondo, perché avevo voglia di proporvi qualcosa di meno strutturato, meno iconico. Volevo lasciarvi qualcosa di più leggero, immediato.
Pre-pratica
Compito a casa
Puoi farlo a mente oppure scriverlo, se temi di non ricordarti le parti del corpo che hai scelto, ancora prima di sapere a cosa ti serviranno.
Scova alcune (tre, cinque, infinite) parti del corpo, anche casuali.
Prova a includere delle parti di cui è facile dimenticarsi (che per te è facile dimenticare) come le dita dei piedi, la caviglia, il dietro del ginocchio, alcune parti della schiena, i gomiti, il dietro dell’orecchio, la nuca, il naso, il mento, o altre. Cerca.
Prova a includere delle parti del corpo che stimi e (ri)conosci.
Prova a includere delle parti del corpo che disprezzi o insulti spesso (sapendo però che in questa pratica non ti sarà permesso insultarle ma solo notarle per quello che sono, quasi oggettivamente).
Quando avrai trovato qualche segmento di corpo da immolare avrai finito il compito.
Fattibile.
Cosa devo farci con queste parti del corpo?
Pratica
Questa pratica può essere fatta in qualsiasi luogo, in qualunque spaziotempo e in qualsivoglia posizione. Può essere fatta addirittura in movimento, anche se sarebbe meglio essere in uno stato di quiete mentre si ascolta.
Sarebbe meglio farla ad occhi chiusi, per concentrarsi, ma si può sia sbirciare che guardare.
Sarebbe meglio non essere in un ambiente affollato o caotico, sarebbe meglio non avere distrazioni esterne. Ma non è obbligatorio.
L’appello a sorpresa
Muoviti, o stai fermo.
E poi fermati, o continua a muoverti.
Quella parte del corpo che avevi selezionato nel compito a casa, dice qualcosa?
Scegli un momento qualsiasi durante la giornata, casuale, o sorprenditi in un momento delicato, per fare l’appello delle parti del corpo che hai scelto.
Rispondono all’appello? Come stanno? Cosa fanno? Dove sono?
Fatto.
Hai scoperto qualcosa?
Hai notato qualcosa?
Magari ho fatto confusione e non hai capito questa pratica, ma la tua fronte, adesso, proprio adesso, sta dicendo qualcosa? Noti niente quando finalmente porti attenzione alla tua fronte? (Ovviamente non c’è una risposta giusta o sbagliata, anche perché può anche non esserci una risposta).
E adesso, il mignolo? Lo senti?
La lingua? Cosa sta facendo?
Spina dorsale ne abbiamo?
Appello finito, non lo valuto. Continuiamo la lezione. Aprite il corpo a pagina…
A presto
Sara