Ci è quasi certamente capitato, almeno una volta, di usare l’altra mano per fare qualcosa, dichiarandoci sconfitti, sentendoci inette o inadatti, divertendoci. Più spesso per scrivere, più raramente per altro.
Magari per un periodo della nostra esistenza siamo stati quasi obbligati a destreggiarci con l’uso dell’altra mano, se ci siamo rotte la dominante o se si è addormentata mentre dormivamo rovinosamente.
Vi invito a richiamare alla memoria l’ebrezza di usare l’altra mano, normalmente ignorata.
Quando è stata l’ultima volta che l’avete messa alla prova? (Adesso perché ve l’ho ricordata io?)
Usare l’altra mano può essere una metafora dell’allenamento che serve per padroneggiare uno strumento affinché diventi quotidiano e immediato, e può anche essere una pratica (per trascinare la consapevolezza all’interno di un pasto).
Metafora
Questa attività è divisa in tre parti. Concediti il tempo necessario per percorrerle.
Prima parte: scrivi una parola
Utilizza la mano dominante per scrivere la parola che hai scelto. Concentrati non solo su ciò che stai scrivendo ma anche sulle sensazioni, sulle emozioni, sulla velocità, sulla cura che ci stai mettendo (ascolta tutto ciò che emerge).
Poi cambia mano. Scrivi la stessa parola. Nota le stesse cose (o altre).
Seconda parte: compara e metti a confronto le due scritte
Sono qualitativamente diverse? Come mai?
Ci hai messo lo stesso tempo per crearle? Hanno richiesto la stessa dose di concentrazione?
Ti ha fatto sentire sgraziato o impacciata tenere la penna con la mano non dominante? Che sensazioni fisiche provavi mentre scrivevi con le due diverse mani?
Quali erano i tuoi pensieri mentre stavi scrivendo? Pensieri di frustrazione o di giudizio riguardo alla tua scrittura, sensazioni di scomodità o sensazioni di piacere, curiosità?
Quali erano le tue emozioni mentre scrivevi? Può essere che tu ti sentissi impaziente o giudicante o intrigato, imbarazzata, pauroso, divertita.
Ti aspettavi che le due scritte coincidessero o fossero simili, nonostante la mano non dominante avesse meno esperienza nello scrivere?
Terza parte: Discussione ed elaborazione
Entrambe le tue mani hanno accesso alla conoscenza su come scrivere la parola che hai scelto (ovvero sanno limpidamente come scriverla). Nonostante questo per la maggior parte delle persone c'è una differenza sostanziale nella qualità di scrittura con le due mani che riflette il significato che hanno l’esperienza e la pratica nel padroneggiare le diverse abilità.
Imparare ad alimentarsi in modo consapevole assomiglia molto a come si impara a scrivere con la mano non dominante, serve pratica (così come è stato anche per la mano dominante).
Le conoscenze (sul come si scrive) non bastano. So che devo ascoltare il mio corpo, ma senza pratica sono capace di mettere in pratica questa massima?
Se non hai esperienza nell'ascoltare quello che il tuo corpo chiede (quello che vuoi e quello di cui hai bisogno) ti serviranno molta pazienza e molto allenamento per sentire.
Quanta pazienza hai? Ti alleni? (Non ti sto chiedendo se vai a correre, questo spero che sia palese).
Pratica
Mangiare con la mano non dominante
Più che delle pratiche in questa puntata ci sono degli espedienti. Per pensare a quanto serva la pratica, costante e ripetuta, per creare un’abitudine. Per insinuare consapevolezza in ciò che facciamo, rendendo più difficile e meno automatico il compito.
Questo espediente consiste nel mangiare deliberatamente usando la mano non dominante, alla prossima occasione, al prossimo pasto.
Osservate ciò che accade e provate a rispondere alle stesse domande che ho posto in precedenza, nella metafora:
C’è differenza?
Come ti ha fatta sentire?
Quali erano in tuoi pensieri?
Quali erano le tue emozioni?
Quanta concentrazione ci è necessaria, a quanta consapevolezza dobbiamo chiedere supporto per portare a termine il pasto degnamente?
Piccoli esercizi di consapevolezza, piccole sfide, piccoli pretesti.
Mettiamoci alla prova.
Proviamo.