Mi sento leggermente in colpa perché non ricordo a quale cortometraggio autobiografico appartenesse questa frase. La mia memoria si rifiuta di ricordare e le ricerche che ho fatto non hanno portato a niente (non ricordo neanche la lingua in cui veniva detta questa frase, per dire).
Vorrei ricordare o avere degli appigli per ritrovarlo ma ogni tentativo è stato vano.
Eppure questa frase non mi ha mai lasciata:
Vedono il corpo grasso come un corpo transitorio. Per mia madre non ero grassa, ero momentaneamente grassa.
Il corpo grasso come qualcosa di transitorio, come una colpa da cui lavarsi, come un bagaglio di cui doversi liberare, come detriti da cui ripulirsi. Come incombenza da sbrigare.
Non qualcosa che si modifica ma qualcosa che deve essere modificato.
E sono due cose molto diverse, per me.
Qualcosa che si modifica
Se dovessimo (tentare di) definire i fattori che incidono sulla forma del nostro corpo o sul nostro peso dovremmo dare spazio a talmente tanti relatori da uscire frastornati dalla conferenza.
La conferenza, il cui titolo potrebbe essere Il corpo, vedrebbe i seguenti relatori salire alla ribalta
Qua invece potete bagnare i piedi e, se siete persone curiose, perdervi nella mappa dell’obesità sopracitata (Obesity system map). Anche solo per rendervi conto di quanto sia complesso il sistema dell’alimentazione e dei corpi e per iniziare a realizzare che non tutto è scontato o prevedibile.
Vi chiedo, la prossima volta che guardate un corpo non conforme, di pensare a questa costruzione immensamente minuziosa (o minuziosamente immensa, che dir si voglia). Ogni corpo passa da questa mappa (che con molta probabilità dimentica lei stessa qualcosa che ancora ci è sconosciuto), qualsiasi sia il suo esito.
Rendere abbordabile la complessità. Una sorta di riordino.
Guardare un corpo e vederlo, sapendo che non sarà mai solo ciò che vediamo in questo momento o solo ciò che possiamo vedere.
Il corpo non è immodificabile. Ne abbiamo la percezione e anche l'esperienza. La logica stessa suppone che modificando qualcosa (esterno o interno) il corpo cambi di conseguenza.
Ma in questo cambiamento di cui vi parlo c'è gradualità, non coercizione. Alcune volte non ce n'è neanche la consapevolezza.
Una malattia può cambiare il nostro peso/corpo e così possono farlo alcuni farmaci.
L'ambiente fisico in cui viviamo può cambiare il nostro corpo.
Il rapporto che abbiamo con l'alimentazione e il rapporto che abbiamo con la nostra immagine corporea possono cambiare notevolmente il corpo stesso. Così come le nostre esperienze e la nostra storia.
Persino la politica (la società economica e politica e le norme attraverso cui si esplicano) in cui viviamo può modificare il nostro corpo.
Qualcosa che deve essere modificato
In questa frase c'è un obbligo che nella frase precedente non c'era.
Non c'è gradualità, la correzione è qualcosa che deve avvenire il prima possibile.
È una correzione che dipende da me, perché il corpo è mio (tendo ad esserne il solo o la sola fautrice agli occhi stereotipati degli altri) e posso (devo) utilizzare qualsiasi mezzo per compierla, poiché necessaria.
Se il corpo deve essere modificato vuole dire che così è inaccettabile. Per chi? Per che motivo?
Che poi, lo è, inaccettabile?
Inutile dire che appartengo alla prima fazione. Accolgo il cambiamento e lo scruto nella sua complessità. Ed è anche ciò che tento di tramandare.
Eventualmente potete dissentire.
Intanto vi lascio a pensare e a navigare, con la mappa di prima in mano, alla ricerca del tesoro.
A presto
Sara