La mini pubblicazione di oggi avrei dovuto mandarla il giorno 22 agosto 2020 perché quel giorno l'umanità ha consumato interamente le risorse che la terra è in grado di produrre annualmente. Quel giorno era l’Earth overshoot day ossia il giorno in cui siamo andati oltre e abbiamo consumato più di quello che la terra poteva produrre in quell’anno. Tutto il resto è un prestito, con degli interessi che ci verranno svelati solo al momento opportuno.
Ho deciso di dirvelo in ritardo così da non deprimervi (era un momento già abbastanza complicato senza mettersi a pensare anche alla terra1), ma di dirvelo prima di quello di quest’anno, così che possiate farvi trovare preparati e fare qualcosa, nel vostro micromondo, per ritardarlo.
Poi vi spiego meglio cos’è l’Earth overshoot day (o, in italiano, Giorno del sovrasfruttamento terrestre). Prima però vi introduco un altro argomento: l’alimentazione sostenibile. Inutile dire che i due argomenti sono amici, qualcuno insinua addirittura di averli visti amoreggiare recentemente.
Alimentazione sostenibile
L’alimentazione sostenibile è un’adolescente, intrappolata tra l’infanzia e l’età adulta. Smania per essere ascoltata e capita, e contemporaneamente prende le distanze da ciò che la circonda per trovare una sua identità. Non è più una bambina: sappiamo che le nostre scelte alimentari influiscono sull’ambiente e sulla nostra salute, non c’è più tempo per fare i capricci ed essere irresponsabili. Contemporaneamente però non è ancora un’adulta: le nostre scelte non sono dettate unicamente dalla razionalità o dalla sostenibilità o dalla salute, perché spesso indulgiamo, sviati dalla praticità o dall’economicità o dalla non voglia o dalla disinformazione alimentare dilagante.
Sicuramente è un concetto complesso da digerire perché parlare di ciò che può essere sostenibile non è come parlare di ciò che ci piace. Non per tutti almeno. Non abitualmente.
Esempio tremendamente stupido e semplicistico: possono piacermi tanto tantissimo tantissimissimo, e posso credere che siano i più buoni della terra, i ravioli Spettacolo ma a differenza di altri ravioli la confezione non è riciclabile. Cosa faccio: seguo il gusto o mi accontento dei ravioli Splendore che sono solo molto buoni ma hanno la confezione riciclabile? E se dovessi controllare gli ingredienti e magari volessi anche sapere la provenienza delle materie prime o volessi considerare l’impatto dei cibi trasformati rispetto a quelli meno trasformati, o se volessi valutare le alternative ai ravioli che posso cucinare io selezionando gli ingredienti o se volessi assicurarmi che nessuno sia stato sfruttato per produrre i miei ravioli o se volessi capire se i ravioli sono una scelta salutare, e se fossero in offerta mentre gli altri no… basta.
Hai ragione a chiedere perché ad ogni risposta ma di perché in perché, con te, finiremo per risalire fino alla creazione del mondo e oltre, senza che ci sia stato il tempo di parlare di - Mi sento spesso Kirikù e trovo sempre molto istruttivo questo discorso. Chiedersi il perché delle cose, indagare. Allo stesso tempo però arrivare anche a compiere delle scelte concrete.
Quindi, alimentazione sostenibile
La FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) nel 2010 ha definito l’alimentazione sostenibile come
un’alimentazione a basso impatto ambientale che contribuisce alla sicurezza alimentare e nutrizionale, nonché a una vita sana per le generazioni presenti e future. Concorre alla protezione e al rispetto della biodiversità e degli ecosistemi, è culturalmente accettabile, economicamente equa e accessibile, adeguata, sicura e sana sotto il profilo nutrizionale e, contemporaneamente, ottimizza le risorse naturali e umane.
Tanta roba. Io ho dovuto rileggere la definizione tre volte al rallentatore per capirne tutti i passaggi.
Il riassunto più efficace che ho trovato della poc’anzi citata definizione è una frase all’interno di un video di sensibilizzazione sul Food Sustainability Index (indice di sostenibilità alimentare) della BCFN Foundation:
Food is really good when it is good for our health and for our planet.
Let’s go beyond taste.
ovvero
Il cibo è davvero buono quando fa bene alla nostra salute e al nostro pianeta.
Andiamo oltre il gusto.
Concetto semplice nella teoria ma molto complicato nella pratica. Quante volte ci è capitato di andare oltre il gusto, pensando alla nostra salute e al nostro pianeta con convinzione, senza percepirlo come una rinuncia o un sacrificio?
Piccola parentesi
Il resoconto Fixing Food 2018: le migliori pratiche per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile analizza tre diversi aspetti della sostenibilità alimentare: sociale, economico e ambientale evidenziando le principali sfide da superare, che sono
l'accesso al cibo,
la promozione di un’alimentazione sana e sostenibile,
un sistema di produzione e distribuzione del cibo più consapevole.
Dice così:
Significa che le migliori pratiche devono fondarsi sulla consapevolezza che produzione, rifiuti, alimentazione e sostenibilità ambientale non sono questioni separate: un’alimentazione sana deve anche avere un basso impatto ambientale e risparmiare preziose risorse naturali.
Dunque un’alimentazione sostenibile è un’alimentazione consapevole. Serve che io ci pensi, che io la scelga. Non appare magicamente mentre siamo al supermercato per consigliarci e sostenerci.
Per non annoiarvi intendo ora gamificare l’argomento (rendere ludico, da game: gioco) con due risorse interattive. Sono colorate, potete cliccarci sopra e potete fingere che stiate giocando a Risiko! o SimCity (quale dei due giochi dipende da voi, il primo è di strategia militare, nel secondo bisogna costruire una città).
Prima risorsa
La cartina del Global Footprint Network permette di osservare la riserva o l’ammanco di biocapacità dei diversi paesi. L’Italia, nel 2017, ha avuto un’impronta ecologica 3,5 volte più grande della sua biocapacità perché ogni persona ha consumato 3,5 volte quello che era in grado di produrre l’area a lui destinata (ottenuta dividendo l’area produttiva del paese per il numero di abitanti di quel paese).
Per semplificare; se tutti avessero lo stile di vita di un italiano servirebbero 3,5 terre per accudirci. Troppe.
Seconda risorsa
Questa merita un plauso. Ti permette di calcolare di quanti pianeti avremmo bisogno se tutti avessero il tuo stile di vita.
(Se voi mi dite il vostro risultato io vi dico il mio).
Alla fine ti mostra i tuoi dati, te li spiega, ti chiede come stai emotivamente dopo aver realizzato il tuo punteggio, e ti illustra quali sono le aree in cui tutti (quindi anche tu) puoi impegnarti di più.
L’area che è di mia competenza è quella del cibo (che spoiler influenza la nostra salute e quella del nostro pianeta) e le domande che lui vi pone sono quelle che vorrei porvi anche io:
Torniamo a noi: l’Earth overshoot day
Il Global Footprint Network calcola il numero di giorni dell'anno in cui la biocapacità terrestre riesce a provvedere all'impronta ecologica umana. I giorni rimanenti sono detti overshoot (ossia andare oltre).
Il calcolo del giorno definito come Earth Overshoot Day è quindi dato dal rapporto tra la biocapacità del pianeta, ossia l'ammontare di tutte le risorse che la terra è in grado di generare annualmente, e l'impronta ecologica dell'umanità, ossia la richiesta totale di risorse per l'intero anno.
Se vi piacciono i grafici o le infografiche, eccovene due, per semplificare il concetto:
Il Giorno di sovrasfruttamento terrestre può non essere il dato più rilevante per quanto riguarda la sostenibilità ambientale (è solo una data) ma è uno dei più scenografici. Rimane impresso e stimola quanto basta la vostra curiosità per avvicinarvi ai temi della sostenibilità. Un cavallo di Troia per superare le mura e spezzare l’assedio con l’inganno.
Se vi ho confusi per la presenza di troppi numeri o calcoli o grafici vi chiedo perdono, ma senza questi sarebbero state solo confabulazioni e complottismi. Stesso discorso per le definizioni, che ho cercato di semplificare il più possibile.
Un unico messaggio da portare a casa (che poco stranamente è una domanda): posso fare qualcosa nel mio piccolo per ritardare il Giorno di sovrasfruttamento della terra?
Sto già facendo qualcosa?
Come sempre se hai curiosità, dubbi o timori puoi rispondere a questa email o scrivere a corpiarrosto@gmail.com
Torneremo a parlarne, di alimentazione sostenibile, ma per ora è tutto.
Sara
In questa frase c’è una lieve ironia, dovuta al fatto che il momento complicato che stiamo vivendo è in parte il risultato della nostra particolarmente spiccata capacità di consumare le risorse senza progettualità e di impattare sugli ecosistemi della terra.