Può essere che tu non sia grasso e può essere che tu non abbia amici o conoscenti grassi o con una dimensione diversa dalla tua (per estensione si può leggere persone con necessità o abilità diverse dalle tue). Può essere. Nessuna colpa, nessun orgoglio. Però ti vorrei mostrare una scoperta che mi ha fatto considerare i viaggi da un’altra prospettiva. Quella prospettiva che mi era capitata poche volte di considerare prima di intraprendere un viaggio.
Non c’è un modo solo di essere o di concepire gli spostamenti. Ognuno ha il suo ideale di viaggio e le sue motivazioni per intraprenderlo.
Quando viaggiamo con corpi e persone e quindi esigenze diverse dalle nostre tendiamo a non considerarle, se non quando si palesano, o se non sono gli altri a mostrarcele, raccontarcele prima.
Piccolo aneddoto, nel caso non stiate capendo dove voglio arrivare.
Mi è capitato di visitare Leolandia in una giornata di sole su pressione di un bambino di quattro anni iperattivo. La madre di questo bambino è grassa e ha un corpo il cui trasporto richiede impegno e determinazione. Aggrappata al passeggino, con le scarpe più comode concepibili, svuotandosi bottigliette di acqua addosso ci ha seguiti per tutti i tragitti da noi disegnati, fermandosi sovente sulle panchine per riprendere fiato. Lo sforzo sarebbe poi stato, non troppo magicamente, in grado di possederla con un mal di schiena e di gambe invalidante per i tre giorni successivi. Ma suo figlio impazzisce per Leolandia e non sarà sicuramente lei a impedirgli di andarci o a non gustarsi gli ultrasuoni emessi dall’infante alla vista di un Leo che saluta da una golf car.
Io cammino parecchio, sono allenata, e ho una di quelle camminate che urlano che ho un obiettivo e sono quasi, solo quasi, in ritardo, salvo poi essere maniacalmente in anticipo. Quelle camminate che se c’è il sole, o anche senza sole, arrivi pezzato all’obiettivo maledicendoti e tamponandoti le ascelle con la maglietta, sperando che non si noti.
Queste due descrizioni servono solo per palesare le nostre differenze, non per elogiare una situazione piuttosto che l’altra. Siamo semplicemente disuguali, abbiamo esigenze diverse.
Ad un certo punto ci accorgiamo che manca poco (troppo poco) all’inizio dello spettacolo di non ricordo più quale personaggio mitologico. La madre ci avverte che non ce la faremo mai. Il bambino inizia a correre e io dietro di lui. Il fratello e il padre, confusi, ci seguono. La madre ci insegue.
Approdiamo al teatro che i posti sono già finiti.
Aspettiamo che arrivino tutti a raccolta, la madre si accascia sulla panchina e inizia a sgridarci, tutti quanti. E noi muti, colpevoli.
L’abbiamo stremata, consumata, divelta. Spaccata per il resto della giornata e per i cinque giorni successivi, per fare una cosa che razionalmente sapevamo (tutti a parte il bambino di quattro anni) che non avrebbe funzionato. C’è tanta gente = i posti sono già finiti = andiamo al prossimo spettacolo.
Quella che ho sentito io è stata la voglia di chiedere scusa e il fatto di non aver ascoltato anche il suo corpo e le sue esigenze. Quella volta non ci ho pensato prima a cosa avrei dovuto fare, e ho sbagliato, perché è duro pensare ad esigenze che non siano le nostre, a problemi che non ci riguardano apertamente, prima che questi ci urlino contro.
E niente, la volta dopo ci ho pensato prima e ho iniziato a pensarci anche in altre situazioni, notando quei particolari che sfidano altre dimensioni, altre abilità, altre forme rispetto alla mia. Ci si accorge di tante cose quando si guarda.
Ma veniamo a noi. Il capitolo di oggi è classificato come traduzione e ora ve ne spiego il motivo.
Addentrandomi nei discorsi sulla grassofobia (o più in generale sulla discriminazione dovuta ad aspetti fisici o estetici) mi sono imbattuta in un progetto che è riuscito a intenerirmi, oltre che a farmi pensare: Fat travel1. È un progetto editoriale di Airbnb, pubblicato su Medium, che interseca i temi del viaggio e dell’inclusione, affidato a Virgie Tovar (autrice, attivista, esperta e docente sui temi della discriminazione basata sul peso e dell’immagine corporea, e altre cose).
Tradurrò uno degli articoli contenuti al suo interno, che è quello che mi ha attirata e scossa. Il prescelto si intitola: A letter to my thin friend before our trip, ed è scritto da Lacey-Jade Christie (attivista LGBTIQ+, femminista, scrittrice e presentatrice del podcast The Fat Collective, e altre cose).
Tenterò di trasmettere il messaggio originale il più fedelmente possibile ma non sono una traduttrice professionista per cui abbiate pietà, mirando al contenuto e non alla forma.
Una lettera per il mio amico magro o la mia amica magra prima del nostro viaggio
Non vedo l’ora di condividere i miei giorni di vacanza con te - però, prima di andare, lascia il tuo thin privilege2 a casa (i privilegi sociali derivati dall’essere magro in una società che innalza la magrezza a valore morale e condizione auspicabile, e determina una discriminazione sulla base della dimensione delle persone, N.d.T.).
Car_ amic_ magr_, abbiamo programmato questo viaggio per mesi e il giorno di partire è finalmente arrivato. Sono così entusiasta di intraprendere questa avventura con te. Mi riempie di gioia viaggiare in terre lontane per conoscere nuove culture e raggiungere una rilassatezza che nessun_ di noi prova da mesi. La prospettiva di rompere le nostre abitudini mi fa rabbrividire l'anima, così come saltare a capofitto in un territorio nuovo ed eccitante con te. Voglio solo un cocktail in mano e te al mio fianco e sarò una persona felice.
Prima di intraprendere questo viaggio insieme, però, ci sono delle cose di cui dobbiamo parlare.
Non hai mai vissuto in un corpo come il mio. La tua visione del mondo e delle esperienze (e quindi dei viaggi) è distorta dalle lenti del privilegio della magrezza (thin privilege). Per questo non ti condanno, ma so, avendo vissuto in un corpo più grande per tutta la mia vita, che ci sono cose che dobbiamo considerare quando viaggiamo: cose che potrebbero non esserti venute in mente. Spero che dopo aver letto questo, verrai in vacanza con occhi nuovi e un ritrovato rispetto per com'è essere un viaggiatore grasso.
I voli sono scomodi per tutti. Lo capisco. Stare seduti nella stessa posizione per tredici ore non sarà mai comodo. Ma mi vedi? Nota come mi siedo, con le gambe incrociate e le braccia incrociate, e come mi spingo contro la parete dell'aereo. So che senti le mie cosce; non c'è abbastanza spazio nel mio posto per contenermi tutta. Quindi le mie cosce si sono rovesciate sotto il bracciolo invadendo anche il tuo posto. Ti prego di non attirare l'attenzione su questo. Sono consapevole di quanto spazio occupo, fidati. Sono a disagio e cosciente della cosa. Non mi alzerò durante il volo. È imbarazzante per me alzarmi in piedi e farti spostare, e non voglio attirare l'attenzione su di me. Sto cercando consapevolmente di occupare meno spazio. Quindi stringiti un pochino e ce la faremo insieme.
A proposito di trasporti, dovremo noleggiare un'auto. Per favore, non farmi spiegare (in pubblico) perché le auto troppo piccole non sono la scelta giusta. È difficile salire o scendere dalle auto basse e non voglio chiedere aiuto. È imbarazzante. Possiamo per favore prendere un'auto di medie dimensioni o un SUV, qualcosa con sedili più larghi, più spazio per le gambe e cinture di sicurezza più lunghe? Non voglio ritrovarmi nella stessa situazione dell'aereo, e sappiamo entramb_ che abbiamo esagerato con i bagagli, quindi abbiamo comunque bisogno di più spazio. Prendiamo la Jeep e non neghiamoci il nostro viaggio da fantasia cinematografica.
Vivremo così tante avventure durante le nostre vacanze. Sei portentosa nelle prenotazioni! Sono oltremodo entusiasta di spingermi oltre e sperimentare cose nuove, ma devo chiederti: hai controllato se qualcuna delle attività che faremo ha un limite di peso? Va bene se non l'hai fatto, perché non sei mai stat_ così pesante da non essere autorizzat_ a svolgere alcune attività, mentre io, in alcune occasioni, sono stata pesata pubblicamente e mi è capitato di vedermi rifiutato l'ingresso a causa del mio corpo. Questa non è un'esperienza che voglio rivivere. Quindi ti dispiacerebbe controllare con gli organizzatori o le compagnie, per favore? Risparmiamoci l'imbarazzo.
Sai cosa sono più entusiasta di fare? Sono entusiasta di uscire all'aria aperta, fare escursioni e respirare l'aria che ci circonda, aria priva degli inquinanti cittadini che respiriamo ogni giorno. Sai di cosa non sono entusiasta? Della prospettiva che tu possa ricordarmi costantemente quanto sia ripida l'escursione. Lo so; ho fatto delle ricerche e, sebbene apprezzi la tua preoccupazione, se non pensassi di poterlo fare, te lo direi. Conosco i limiti del mio corpo e l'escursionismo non è uno di questi. Sono più allenata di quanto potrebbe sembrare. Quindi, per favore, non giudicare me e il mio livello di allenamento sulla base del mio peso. Ti batterò nel salire la montagna e potrai offrirmi da bere più tardi per congratularti con me.
Devo farti una domanda. Hai mai notato come parli del tuo corpo? Mi dici ogni giorno che ti senti grass_ o che stai vivendo un giorno da grass_. Mentre siamo via insieme, apprezzerei molto se fossi in grado di pensare a modi diversi per descrivere il tuo corpo di fronte a me. Grasso è un aggettivo. Io sono grassa. Il grasso non è una sensazione o un’emozione. Quando sei in piedi di fronte allo specchio e mi dici che ti senti grass_, stai confrontando il tuo corpo con il mio, dicendomi che, nella tua mente, avere il mio corpo è lo stato peggiore in cui trovarsi. Come si suppone che debba farmi sentire questo?
Mi_ carissim_ amic_ magr_, so che sei così entusiasta del tuo nuovo guardaroba per le vacanze. È pieno di completi coordinati colorati, nuovi costumi e vestiti che mettono in mostra il tuo corpo. Anche la mia valigia è piena di colori e magliette corte, gonne trasparenti e costumi, ma a te non andranno bene. Né il tuo guardaroba andrà bene a me. Quindi non iniziamo con la farsa dello sceglierci i vestiti a vicenda, e per favore non chiedermi di infilarmi nel tuo guardaroba. Sono ricercata quanto te nel vestire, ma non è possibile che le mie curve si adattino a un tuo vestito e va bene così.
Non abbiamo mai viaggiato insieme prima, quindi voglio farti sapere una cosa: le persone mi fissano, ma non è sempre una cosa negativa. Alcuni di loro si fermeranno e mi chiederanno di fare una fotografia insieme. La gente griderà "Sì, regina!" mentre camminiamo per strada. La società non è abituata a vedere persone grasse che occupano lo spazio con fierezza, figuriamoci persone grasse con un guardaroba come il mio. L’essere fissata non mi mette a disagio; mi piace parlare con le persone e non mi dispiace nemmeno che mi venga fatta una foto. Ti voglio bene, ma non c’è bisogno che tu mi difenda. Ci penso io. Difendo la mia esistenza e il mio corpo da sempre. Accolgo il tuo sostegno e mi piace che a te importi del mio benessere, ma chi mi disprezza continuerà a farlo, e posso affrontarlo. Stai a vedere.
Viaggiare insieme sarà fantastico. Dopo due settimane di avventure ed esperienze inedite impareremo cose nuove l'una dell'altr_, esploreremo le nostre differenze e le nostre somiglianze e ne usciremo con ricordi che dureranno tutta la vita. Spero che passare del tempo con me e con il mio corpo ti possa far apprezzare in un modo nuovo il tuo e possa fare aumentare il rispetto che ho del mio, perché posso fare tutto ciò che puoi fare tu - e posso batterti in una gara di bevute.
Quindi saliamo sull'aereo e lasciamo che inizino le avventure!
La tua amica grassa,
Lacey-Jade Christie
Vi ho raccontato qualcosa di nuovo oppure eravate già degli esperti sui viaggi con persone che hanno esigenze diverse dalle vostre?
Vi è venuto in mente un episodio specifico?
Avete qualche riflessione o spunto da condividere?
Potete rispondere a questa email oppure scrivere a corpiarrosto@gmail.com
Buon viaggio
Sara
Fat vuole dire grasso, travel vuole dire viaggio
Per una definizione di thin privilege si veda Grassofobia, thin privilege e fat acceptance: facciamo chiarezza su termini e definizioni Benedetta Perilli (e Belle di faccia) 2020 D Repubblica.