Avevamo già parlato di alimentazione sostenibile in una puntata precedente (quella dell’Earth Overshoot Day, che quest’anno cade il 29 luglio, tra poco) ma sono state aggiornate alcune questioni che meritano di essere approfondite e il 5 giugno era la giornata mondiale dell’ambiente, una delle tante ricorrenze per renderci più consapevoli.
Poi, per qualche tempo, vedrò di smetterla con questi argomenti noiosi ma di tanto in tanto necessari.
Una mia amica e suo fratello hanno una regola: solo frutta e verdura di stagione.
E hanno anche un’eccezione alla regola (che è parte della regola stessa), ossia un frutto o una verdura che indipendentemente dal momento dell’anno possono permettersi di comprare perché non sempre riescono a farne a meno.
È un’argomentazione che ho sempre trovato sensata. Seguire le regole, seguire le stagioni, ma avere anche un piano B, quando la voglia di quell’alimento specifico urla dentro di noi.
I cibi in questione sono le banane (che non sono mai di stagione perché importate, anche se leggevo che non è impossibile coltivarle in Italia a livello amatoriale) e i pomodori.
Quando a uno dei due si palesa l’impellenza di quell’alimento la assecondano, consapevoli che non è la scelta più saggia, ma confidando di tamponarla essendo ligi con tutto il resto.
E tu, mangi seguendo le stagioni? Selezioni frutta e verdura in base alla sua provenienza o alla sua plausibilità in quel periodo dell’anno o solo sulla base della tua voglia?
Hai anche tu un piano B o un alimento a cui fai fatica a rinunciare?
Hai notato che non ci sono più le stagioni di una volta o le mezze stagioni per alcuni alimenti?
Se hai qualcosa da dire al riguardo puoi rispondere a questa email o puoi scrivere a corpiarrosto@gmail.com
Giornata mondiale dell’ambiente
Per avvicinare il significato di questa giornata ad adulti e ragazzi quest’anno è stata creata dalla BCFN un’esperienza digitale interattiva su cibo e sostenibilità che aiuta a comprendere l’importanza delle nostre scelte alimentari. Si chiama We, the food, the planet (Noi, il cibo, il pianeta).
Vi invito ad esplorarla, perché vi permette di parlare con la terra, di cimentarvi in qualche gioco o quiz sull’argomento e vi permette di scoprire il secondo argomento di questa puntata di Corpi arrosto (spoiler: la nuova doppia piramide).
Potete pigiare sull’immagine e la terra inizierà a parlarvi e a mettervi alla prova. All’inizio sarà arrabbiata con voi, ma poi gli passa.
È in italiano e può essere usato come strumento educativo per ragazzi e adulti.
Non è uno strumento divertente o spassoso ma è comunque interattivo quindi se dovete scegliere tra il giocare al solitario o parlare con la terra, potreste anche tendere per quest’ultima opzione. È uno strumento abbastanza scorrevole e non vi ruberà troppo tempo, spero (che giocare al solitario è una cosa seria, mio nonno ci passava meticolosamente le giornate).
Le doppie piramidi della salute e del clima
Come appena preannunciato il secondo argomento sono le nuove piramidi della BCFN. Ma perché sono nuove? mi chiederete.
Primo grande cambiamento: non ne esiste una sola versione ma 8. Possono sembrare tutte uguali ad un primo sguardo anche se in realtà contengono alcuni dettagli specifici per le diverse parti del mondo e quindi le diverse culture. Oltre a quella Globale sono contemplate quelle di Africa, USA, America Latina, Asia orientale, Asia meridionale, Mediterraneo, Paesi nordici e Canada (tutto praticamente).
E cosa cambia? Le immagini degli alimenti, della frutta e verdura locale, i tipi di cereali e di grassi usati, così da includere qualsiasi alimentazione nel disegno, adattandosi alle specifiche aree geografiche e abitudini.
Secondo (faccio un passo indietro): magari qualcuno di voi non ha mai visto questo tipo di piramide che per l’appunto è una doppia piramide, ed è più completa di quella singola.
La prima piramide (a sinistra) è quella che riguarda la salute e organizza gli alimenti (o i gruppi alimentari) in base alla loro ideale frequenza di consumo (e quindi in base a quanto ci facciano bene).
La seconda piramide invece (a destra) è quella che riguarda l’impatto che questa salute (e alimentazione) ha sul clima e sugli ecosistemi, classificando i diversi alimenti in base alla loro impronta di carbonio (emissioni di anidride carbonica equivalente).
Mostra come la produzione di prodotti di origine animale dia il maggior contributo al cambiamento climatico, rispetto invece ai prodotti di origine vegetale, che hanno un minore impatto ambientale.
Gli alimenti che dovrebbero essere consumati più frequentemente per la nostra salute hanno generalmente anche un basso impatto sul clima. Tutto torna, dunque.
Ciò che ci fa bene, è ciò che dobbiamo mangiare con più frequenza, ed è anche ciò che duole meno al pianeta.
Per riassumere: la parte vegetale dell’alimentazione dovrebbe essere la più rappresentata. Tutti i tipi di cereali e derivati, legumi, frutta, verdura e così via.
Ora basta.
Sara