Ve la ricordate la puntata sull’ano e sulle feci? Questa puntata, necessaria adesso che arriva il caldo, non sarà così diversa.
Attenzione: questa puntata parla della pipì e delle sue sfumature. Se siete suscettibili verrete suscettati.
Attenzione: le informazioni riportate hanno solo uno scopo informativo ed educativo, non sostituiscono i consigli medici e non intendono essere una diagnosi.
Il test delle urine
Dopo sei mesi di assoluto non allenamento, anzi peggio, di disallenamento, io e una mia alleata ci siamo guardate e abbiamo deciso che era arrivato il momento: urgeva tornare ad allenarsi.
Non vi dirò che tipo di allenamento o di sport, non è importante ai fini di questa trattazione. Vi basti sapere che per tornare ad allenarsi in questi tempi bui è stato necessario confrontarsi con una visita per atleti agonisti (che non siamo).
Non che ci interessi agonizzare (essere agoniste), anzi, ma se l’agonia o l’agonismo è ciò che serve allora lo avremo. Avremo quel certificato. Torneremo ad avere il nostro allenamento. Urge.
La visita (divisa in due volte) ci ha messe alla prova, più psicologicamente che fisicamente e ci ha fatte parecchio ridere, tutto sommato.
Innanzitutto il viaggio per arrivarci è avvenuto in un traffico e una bufera d’acqua eloquenti. Forse le condizioni atmosferiche erano in vena di agonizzare quanto noi.
La prima volta abbiamo saltellato su un cubo non a tempo, sputato un polmone in un tubo, e altre cose così, il tutto in pantaloncini, reggiseno, calzini, guanti e mascherina (uno scempio). Il personale era evidentemente divertito dalla nostra inesperienza e probabilmente dolosamente dimenticava di darci alcune indicazioni per gli esercizi che abbiamo interpretato fantasiosamente più volte.
La seconda volta, che sarebbe potuta non esistere se ci fossimo ricordate tutti i fogli e fossimo state pronte a urinare in un bicchiere la prima volta, è stata altrettanto comica.
Arriviamo in pausa pranzo, posto deserto. Da sotto al bancone spunta una signora, più dubbiosa che infastidita. Gli diciamo che dobbiamo fare il test delle urine. Prende un bicchiere di plastica e ci scrive sopra un numero con il pennarello.
Piccola nota: per paura di non avere abbastanza pipì in serbo io sono arrivata stracolma, fastidiosamente vicina al farla qui e ora. La mia alleata invece aveva avuto una mattinata impegnativa con poco tempo per bere e aveva ceduto alla tentazione di farla prima del test.
Il suo turno: produce con sforzi immensi la sua urina. La estrude da se stessa in un tempo che mi è sembrato biblico.
Il mio turno: praticamente scarico sul precario bicchiere di plastica una bomba d’acqua (una bomba di urina suona male). Poi, diligente, svuoto il bicchiere al limite indicatomi dalla figura.
Osservo le due pipì. La sua talmente concentrata da non essere neanche più gialla, ma marrone. La mia talmente diluita da dubitare che ci sia.
Torniamo a casa ridendo. Esperienza finita. Poi ho un’illuminazione (non troppo originale, ma pur sempre un’illuminazione).
E se, per sapere quanto bere, si potesse guardare il colore della pipì?
Non è niente di trascendentale, ma ha senso.
La mia pipì è in grado di dirmi quanto ho bevuto, abbastanza o non abbastanza. E io sono in grado di decidere quanto bere in base alla sua gradazione (e alla frequenza con cui la faccio).
Allora ho fatto una ricerca e altri hanno avuto la mia idea (indicando addirittura di quante gradazioni l’acqua del wc diluisce il colore).
I colori della pipì
urina (o orina) s. f. [lat. urīna, affine al gr. οὖρον «urina»]. – In fisiologia, il prodotto finale dell’escrezione renale, espressione dell’intervento attivo del rene nel mantenimento dell’equilibrio idrominerale e acido-base, che rappresenta inoltre il principale mezzo attraverso il quale l’organismo si libera dalle scorie del metabolismo endogeno; si presenta normalmente come un liquido limpido giallognolo, di odore penetrante, talora lievemente aromatico, a reazione variabile in condizioni fisiologiche (acida nelle ore notturne, alcalina dopo alimentazione mista) o patologiche (acida negli stati febbrili o di disidratazione, alcalina nelle infezioni delle vie urinarie e dopo vomito profuso), che contiene componenti inorganici (ioni sodio, potassio, calcio, magnesio, cloruri, fosfati, solfati, ecc.) e organici (urea, acido urico, aminoacidi, acido ossalico, ecc.). Treccani
Si presenta normalmente come un liquido limpido giallognolo, di odore penetrante, talora lievemente aromatico.
Che descrizione avvincente. Sembra quasi la descrizione di un vino bianco, mentre lo si degusta.
Ma veniamo a noi. Colori e disidratazione1.
Urina chiara e trasparente. Idratazione? C’è ✔️
Giallo paglierino. Idratazione? C’è ✔️
Giallo chiaro. Idratazione? C’è ✔️
Giallo scuro. Probabilmente non stai bevendo abbastanza. Bevi un bicchiere di acqua appena finisci di fare la pipì (è un buon modo per ricordarsi di farlo).
Ambra o miele. È necessario bere acqua. Non dimenticarti e non temporeggiare.
Giallo che tende al marrone. Quando l’urina assume un colore che tende al marrone o è addirittura marroncina potrebbe indicare una grave disidratazione. È necessario dunque bere molta acqua.
Rosa o Rosso. Se avete consumato cibi come barbabietole e mirtilli niente paura si tratta solo del colore residuo di questi alimenti. In caso contrario meglio indagare, potrebbe trattarsi di infezioni urinarie o altro.
Verde o blu. Mangiare alcune verdure può, in alcune persone, far produrre urina che tende al verde. Anche alcuni farmaci e coloranti alimentari producono urina verdastra ma questa può essere anche spia di un’infezione batterica. Stesso discorso vale per l’urina che tende al blu: spesso è la conseguenza dell’utilizzo di alcuni farmaci o coloranti e solo in rari casi di disordini di tipo metabolico. Per sicurezza e se la situazione persiste rivolgersi sempre al medico.
Menzione speciale per la pipì schiumosa e la pipì odorosa.
Pipì schiumosa. Se, al di là del colore, la vostra urina risulta schiumosa questo potrebbe indicare il consumo di troppe proteine nella vostra alimentazione o un problema ai reni. Se compare frequentemente andate a fondo con il vostro medico.
Pipì odorosa. Grazie asparagi, riuscite a sorprendermi tutte le volte.
Disidratazione
A questo punto potreste obiettare: ma perché devo bere anche quando non ho sete? (Quando non sento di avere sete, sarebbe più corretto dire).
Primo
Riconoscere la sete è più insidioso e meno immediato di quanto supponiamo, soprattutto se siamo anzian_ o adult_. Con il passare del tempo la nostra sete è sempre meno eloquente, c’è ma non la sentiamo. Ed è sempre più facile rimandare il momento in cui bere o ricordarsi di non averlo fatto.
Dimenticarsi di bere è frequente anche quando siamo impegnati o distratti. Bere è spesso visto come qualcosa che si può fare dopo aver fatto tutto il resto.
Qualche volta possiamo scambiare lo stimolo della sete con quello della fame, e quindi mangiare rimanendo insoddisfatti, perché non siamo abituati a cogliere i morsi della sete e sbagliamo ad interpretarli.
Secondo
Essere disidratati (quindi avere delle urine scure e poco frequenti), condizione che il caldo e quindi il sudare innesca e acuisce, porta a una serie di segni e sintomi aspecifici e quindi facilmente male interpretabili, quali:
fiacchezza, debolezza, affaticamento, sonnolenza
ansia, palpitazioni, vertigini
ipotensione
problemi di memoria e apprendimento
stitichezza (ecco che torna alla ribalta l’ano)
infezioni urinarie, se ne soffriamo
Tutte cose che si potrebbero evitare bevendo, e che è più appagante non avere.
Non so esattamente cosa volessi dirvi in questa puntata, se non rimarcare l'efficacia dell’ascoltare e del guardare il vostro corpo e quello che crea o produce (come feci e urina). Non sono scarti irrilevanti, voi non siete irrilevanti, in nessuna vostra sfaccettatura.
Se invece voi sapete cosa volessi dire potete rispondere a questa email o scrivere a corpiarrosto@gmail.com
Sara
I farmaci o le altre sostanze che assumiamo (anche alcuni alimenti) possono ovviamente modificare il colore di base della nostra urina, ma le modifiche dovute alla disidratazione dovrebbero essere ugualmente visibili e percepibili.